La sensibilità ISO

Take care.. sii sensibile con la tua reflex

Sensibilità-ISO_01Proprio perché la fotografia è la nostra passione, siamo spesso molto più attenti alla nostra reflex di molti altri oggetti che siamo consoni utilizzare durante le nostre giornate. Ma non significa questo che la nostra fotocamera ha una sensibilità, e nemmeno che cattura l’anima, altrimenti ora con il digitale dovremmo chiamare gli acchiappa fantasmi con tutte le foto che abbiamo nei nostri archivi.
Il termine sensibilità iso si riferisce alla capacità del sensore di raccogliere la luce che gli arriva e trasformarla in segnale effettivamente utile per ottenere la fotografia. Potremmo pensare che il nostro sensore ha una sorta di manopola del volume, se c’è poca luce possiamo alzare il volume in modo che il sensore cerchi di trasformare in segnale utile anche il più piccolo bagliore. Viceversa, se la luce è tanta, possiamo abbassare la nostra manopola, tanto la luce è così forte che il sensore ne riceve molta e ha tutte le informazioni che gli servono anche se resta con gli occhi socchiusi.

Ai tempi della pellico la sensibilità era legata alla dimensione dei grani del substrato, più erano grandi più potevano catturare luce, quindi permettevano di scattare foto anche con poca luce. Ora con il digitale la sensibilità è un parametro elettronico che molto spesso va ad agire proprio su degli amplificatori a bordo del sensore.
Ovvero, quando dal menu della propria reflex si imposta una sensibilità diversa, i pixel rimangono della stessa dimensione, ma si va ad agire aumentando o diminuendo l’aplificazione del segnare ricevuto.
Proprio questo parametro ha subito un grosso stravolgimento con l’avvento del digitale, basti pensare al fatto stesso che con la pellicola si sceglie la sensibilità comprando un determinato rullino, mentre con il digitale si può cambiare sensibilità ogni foto, addirittura fino a farla divenire un parametro semiautomatico che la fotocamera decide in base a delle regole impostate da chi la usa.
Quello che non è cambiato è invece il nome e la classificazione. Questo ci consente di parlare tutti un linguaggio comune e alla fine di questo articolo dovremmo tutti sapere la differenza fra ISO1600 e ISO 50.

Come si indica la sensibilità?

Come scritto poche righe sopra, nelle moderne fotocamere digitali questo parametro è un settaggio elettronico e software del sensore, però fortunatamente c’è un metodo standard per indicare questo parametro che ci permette di lavorare con ogni macchinetta senza dover sapere tutti i dettagli tecnici.
Veniamo ai nomi: la sensibilità si indica con un numero preceduto dalla sigla ISO. Ad esempio ISO100.
E’ una nomenclatura che deriva dal mondo della pellicola. Anche qui, come nell’articolo dedicato ai tempi, elenchiamo alcune note per rendere più pratica questa impostazione:

  • Quando si raddoppia il numero di ISO si raddoppia l’amplificazione del segnalo, ovvero l’esposizione della foto.
  • ISO100 è un valore basso di iso;
  • ISO1600 è un valore alto di iso;
  • ISO400 è un valore medio;
  • La pellicola classica che si comprava una volta era ISO200 oppure ISO400. Solo i fotografi più accorti solitamente sceglievano altre sensibilità;

Modificare la sensibilità ISO non è gratis

Comparazione-ISONo, non c’è nessuna tassa sul cambio di ISO però, come per gli altri parametri del triangolo dell’esposizione, anche l’iso presenta un fattore secondario. Ovvero, se da un lato mi permette di aumentare la sensibilità, dall’altro, questo parametro va ad influenzare la granulosità dell’immagine.
Per capire meglio, torniamo un attimo all’esempio del volume fatto precedentemente e immaginiamo la nostra radio. Se alziamo molto il volume cominciamo a sentire il rumero di fondo, un fruscio, come molto invadente. Se addirittura alziamo troppo sentiamo un suono distorto e gracchiante.
Così pure con la sensibilità ISO. Alzando questo parametro per fotografare in luoghi con poca luce, otteniamo di contro l’aumento del disturbo digitale.
Ovvero avremo questi possibili effetti:

  • Aumento di una leggera “grana” di pixel chiaro scuri;
  • Perdita del dettaglio nell’immagine;
  • Presenza di falsi colori;
  • Possibilità di pixel troppo accesi.

Questi effetti dipendo in particolare dall’elettronica, per questo ogni fotocamera restituisce risultati diversi. Ci sono fotocamere compatte che già ad ISO400 restituiscono foto poco usabili e fotocamere di ultima generazione che consentono di lavorare egregiamente anche a ISO6400 o più.

E quindi, che faccio?

Se anche tu, arrivato a questo punto ti stai chiedendo che fare e come impostare questo parametro, sei in buona compagnia. Ti confesso che anch’io all’inizio ero un po’ limitato da questo parametro e non lo toccavo quasi mai cercando di tenerlo basso, con il rischio però di ottenere foto scure o mosse. Per questo ti condivido quelle che per me sono delle buone linee guida:

  • In generale, quando ce luce prediligi ISO bassi;
  • Impara a conoscere la tua fotocamera e poniti dei rangi di ISO usabili senza problemi. Sperimenta;
  • Non avere paura di salire con gli ISO. Meglio una foto leggermente rumorosa che una non-foto;
  • Ricorda che una foto ben esposta permette anche una maggiore rielaborazione e pulizia successiva. Mentre una foto scura mette spesso in difficoltà anche nei passaggi successivi.

Ci siamo, penso che abbiamo introdotto per bene anche il concetto di sensibilità, ora mi raccomanda, sperimenta, approfondisci e fai domande. Io sicuramente nel prosieguo del blog farò degli altri approfondimenti.